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Economia

L’economia del Giappone è da anni la seconda più fiorente dopo quella degli Stati Uniti d’America, calcolando un prodotto interno lordo di circa 4 e mezzo trilioni di dollari.
Andando a scavare nella storia economica del Giappone scopriamo che in età preindustriale il paese aveva già un sistema creditizio molto sviluppato anche perché possedeva in generale una classe dirigente molto dotata (quella dei Samurai che successivamente al loro ruolo militare ebbero quello di burocrati).

Il primo cambiamento radicale nell’economia giapponese si ebbe nella metà del XIX secolo quando a causa delle minacce di bombardamento dell’ammiraglio Metthew Perry il paese del sol levante dovette aprirsi  all’occidente. Dopo la necessaria firma dei Trattati Ineguali il paese si impegnò ad aprirsi al commercio internazionale e a tenere i dazi sotto al 5%. Alla fine del secolo fu istituita la Banca Centrale e con tale istituzione venne completamente riformato il Sistema Bancario.
Nonostante lo sviluppo economico nel vecchio Giappone, rimaneva primario il problema dell’industria: a causa della sua ubicazione geografica esso non aveva particolari materie prime da esportare, ecco che grazie all’esportazione della seta grezza e in quantità minore del , il Giappone poté sviluppare le sue industrie e iniziare anche una vera e propria politica coloniale che garantiva l’arrivo di altre materie prime in terra madre.

Il notevole sviluppo economico si ebbe durante gli anni venti grazie al deprezzamento dello Yen che determinò una facilitazione delle esportazioni che aumentarono in maniera esponenziale fino al 1926. Nemmeno la Grande Depressione del 1929 riuscì a scalfire la grande potenza economica giapponese anche se vennero minacciati moltissimi posti di lavoro: la ripresa fu nonostante tutto concreta ed immediata.
L’avanzata continua dell’economia giapponese ebbe un brusco rallentamento solamente negli anni novanta. Tra il 1992 e il 1999 il PIL è cresciuto soltanto dello 0.8% arrivando addirittura ad un -0,5% nel 2001. Tra le cause di questa caduta vi sono l’eccessiva burocratizzazioni, le relazioni industriali eccessivamente rigide ed un mercato interno decisamente arretrato, per non parlare di un sistema politico particolarmente corruttibile.

Il riassestamento economico si ebbe intorno al 2006 grazie ad una riorganizzazione dei settori produttivi. Oggi i settori più interessanti nel mercato giapponese sono quelli della pesca e dei servizi.
La pesca è un settore in fluentissimo sia in termini di quantità che di qualità; possedendo il Giappone una delle più grandi flotte al mondo per la pesca d’altura, costiera e di profondità riesce a garantirsi una grande quantità di pescato. Le navi-officina provvedono alla pulitura e alla conservazione del prodotto e così facendo riescono a mantenere una qualità pressoché eccellente.

Il settore dei servizi è senza dubbio quello più fortunato visto che esso contribuisce a circa i 3/4 del prodotto interno lordo. Le attività più importanti sono quelle bancarie, immobiliari, commerciali, delle telecomunicazioni, assicurative…